Piccole storie di turismo diverso
Il museo Hofer di porta Giulia ha accolto un gruppo di turisti arrivati con le loro Porsche rosse fiammanti.
Non si tratta dì automobili, ma di … trattori d’epoca, restaurati alla perfezione e guidati dai loro orgogliosi e maturi proprietari, provenienti dalla Germania e dal Tirolo.
“Da dove nasce questa passione per i trattori d’epoca?”
Le storie sono simili.
“La nostra vita era semplice e i mezzi erano pochi. Da bambino aiutavo il papà all’alpeggio, si tagliava il fieno a mano, si raccoglieva e poi col carretto lo portavamo al maso. Ricordo benissimo quando vidi per la prima volta un trattore e chiesi a mio padre, a cui mi rivolgevo dando del “lei”, perché non comprassimo anche noi un trattore. La sua risposta fu lapidaria: “Figliolo, per i prossimi dieci anni dobbiamo pagare i debiti, poi si vedrà”. Il trattore avrebbe cambiato la vita, ma era irraggiungibile. Nella mia infanzia, era diventato un autentico oggetto del desiderio.”
“Crescendo ho trovato la mia strada di imprenditore e ho avuto le mie soddisfazioni. A cinquant’anni mi sono regalato un piccolo trattore Porsche (un po’ come i trattori Lamborghini per voi di pianura) e l’ho restaurato personalmente. Con il mio gioiellino era inevitabile partecipare ai raduni di Oldtimer, dove ho conosciuto questi amici che condividevano la mia passione.”
“I raduni presentavano un aspetto laborioso: caricare i trattori su un carrello, agganciare una motrice, scaricare, ricaricare…Una volta c’era un raduno a 80 km da noi e abbiamo pensato, perché non andarci direttamente in trattore? È stata una splendida idea. Tra l’altro le nostre signore, che ci avevano contestato e avevano voluto seguirci in auto, dalla volta successiva hanno preteso che montassimo un sedile extra per godersi anche loro il viaggio all’aria aperta, in trattore”.
“Da quella prima esperienza abbiamo deciso di organizzare dei veri e propri viaggi-pellegrinaggi in trattore. Siamo andati ad Assisi, a Santiago di Compostela, e ora siamo di ritorno da uno splendido tour che ci ha portato fino a Lecce”.
Certo, non sarà il massimo del comfort, ma è una peculiare forma di turismo lento che fa scoprire il territorio perché esige vie secondarie, che permettono di apprezzare i dettagli del panorama.
Sulla via del ritorno, non poteva mancare la tappa di Mantova e la visita a Cittadella ed allo spazio Hofer: un pezzo della storia di casa, seppur ancora lontani da casa.
I gioiellini in livrea rossa hanno fatto bella mostra di sé agli Spalti, davanti all’ingresso di porta Giulia. Chi mai avrebbe immaginato che sarebbero arrivati in città e fino a qui?